ETH Hönggerberg, Werner, fotografiert am Montag (13.11.2017) Bild: Christoph Kaminski, kellenbergerkaminski

Valutazione della situazione epidemiologica, 14 Dicembre 2021

Situazione generale

Al momento l’epidemia di SARS-CoV-2 è causata quasi esclusivamente dalla variante Delta, che durante l’estate ha surclassato le varianti precedentemente in circolazione. Da metà ottobre 2021 si registra una crescita rilevante dei casi. Da fine novembre 2021 sta crescendo in modo marcato anche il numero di letti occupati in terapia intensiva da pazienti COVID-19, con un tasso attuale del 16% (95% IC: 6-28%) a settimana. La seconda soglia critica di 300 letti occupati in terapia intensiva è già stata quasi raggiunta. Superata questa soglia, tutti gli ospedali dovranno posticipare gli interventi meno urgenti; in alcuni ospedali verrà applicato un triage implicito e verranno messi a disposizione letti ad hoc[1]. Da due settimane si registra anche un aumento significativo dei decessi, con un tasso attuale del 40% a settimana (95% IC: 14-71%).   Il rapido aumento dei casi osservato nelle ultime settimane, e quindi l’attuale incremento dei posti occupati in terapia intensiva, saranno estremamente difficili da gestire per il sistema sanitario, ancora sottoposto a una forte pressione.

Il 26.11.2021, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito preoccupante la nuova variante Omicron, la cui presenza è già stata più volte riscontrata anche in Svizzera. Ci aspettiamo che questa variante diventi dominante nelle prossime settimane, caratterizzando in maniera prevalente la situazione dei contagi all’inizio del 2022.

Dinamica

Secondo le stime, da fine ottobre 2021 il valore R è salito di nuovo significativamente sopra a 1. Questa settimana, il valore R è tuttavia leggermente inferiore rispetto a due settimane fa, ma continua ad attestarsi significativamente sopra a 1. La media mobile a 7 giorni del tasso di riproduzione in Svizzera è stimata a 1,11 (intervallo di confidenza del 95%, IC: 1,02-1,21); tale dato riflette la situazione dei contagi nel periodo dal 27.11. al 03.12.2021[2].

Le stime del tasso di riproduzione effettivo Re su base giornaliera per la Svizzera sono:

  • 1,11 (95% IC: 1,02-1,19) sulla base dei casi confermati al 03.12.2021.
  • 1 (95% IC: 0,89-1,12) sulla base delle ospedalizzazioni al 27.11.2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 1,11 (95% IC: 1-1,22).
  • 1,19 (95% IC: 0,95-1,43) sulla base dei decessi al 21.11.2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sulle ospedalizzazioni è stimato, per lo stesso giorno, a 1,05 (95% IC: 0,94-1,17). Il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 1,12 (95% IC: 1,02-1,22).

A causa dei ritardi nelle segnalazioni e delle oscillazioni dei dati, i valori stimati potrebbero essere rettificati successivamente. In particolare, nelle ultime settimane dagli ospedali sono pervenute segnalazioni incomplete. Per questo motivo è molto probabile che le cifre vengano riviste al rialzo. Precisiamo che i valori di Re rispecchiano l’evento infettivo con un certo ritardo, poiché trascorre del tempo tra il contagio e l’esito del test o l’eventuale decesso. Per i valori Re basati sul numero di casi questo ritardo è di almeno 10 giorni, mentre per i decessi arriva fino a 23 giorni.

Parallelamente determiniamo i tassi di variazione di casi confermati, ospedalizzazioni e decessi negli ultimi 14 giorni[3]. I casi confermati sono aumentati del 2% (IC: da 12% a -7%) alla settimana, le ospedalizzazioni sono diminuite del 4% (IC: da 6% a -12%) e i decessi sono aumentati del 17% (IC: da 44% a -4%). Questi dati rispecchiano la situazione dei contagi di diverse settimane fa.

Dalla nostra dashboard è possibile seguire lo sviluppo del numero di casi, delle ospedalizzazioni e dei decessi distinto per età[4]. Il numero di casi sta registrando una crescita significativa solo nella fascia d’età tra 0 e 9 anni, mentre diminuisce considerevolmente nella fascia d’età 70-79 anni e tra gli ultraottantenni. A differenza di quanto osservato due settimane fa, le ospedalizzazioni hanno registrato un aumento significativo solo nella fascia d’età 40-49 anni. Come per la scorsa settimana, tuttavia, il numero delle ospedalizzazioni potrebbe essere sottostimato[5].

Numeri assoluti

Il numero cumulato di casi confermati negli ultimi 14 giorni è di 1475 ogni 100 000 abitanti. La positività è del 16,1% (situazione al 10.12.2021, ultimo giorno per il quale si attendono ancora solo poche segnalazioni tardive).

Il numero di pazienti COVID-19 nelle unità di terapia intensiva si è attestato su un valore compreso tra 235 e 293[6] ricoverati negli ultimi 14 giorni (variazione pari al 17% (IC: da 31% a 5%) alla settimana).

Il numero di decessi quotidiani confermati in laboratorio negli ultimi 14 giorni è compreso tra 14 e 32[7].

Varianti

Dalla settimana 26, la variante Delta è dominante in Svizzera. Questa variante, inizialmente rilevata in India, ha avuto un’incidenza del 100% tra i casi sequenziati tra la settimana 38 e la settimana 49. Nell’attuale settimana 51 assistiamo sempre di più anche a sequenze di variante Omicron[8].

La vaccinazione dimostra un ottimo grado di efficacia nel contrastare decorsi gravi nel caso della variante Delta (80% tra gli anziani, 95% tra i giovani dopo 6 mesi) e offre un certo livello di protezione dall’infezione (circa 50% dopo 6 mesi). Una terza dose di vaccino aumenta nuovamente la protezione portandola ad almeno il 95%. Ulteriori dati sono disponibili nell’aggiornamento epidemiologico del 7 dicembre 2021[9].

Omicron

Il 23 novembre 2021, in Sudafrica e Botswana è stata identificata per la prima volta una nuova variante di SARS-CoV-2 che si contraddistingue per l’elevato numero di mutazioni nella proteina Spike («spike protein»). Il 26 novembre 2021, l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato tale variante come «preoccupante» e le ha attribuito il nome «Omicron» [10]. Nel frattempo, la variante è stata rilevata in diversi Paesi europei, in Australia, in Canada e a Hong Kong [11],[12], nella maggior parte dei casi in relazione a persone provenienti dai Paesi dell’Africa meridionale. In Svizzera la variante è stata riscontrata 37 volte[13].

In Gran Bretagna [14] e in Danimarca[15] la percentuale di casi Omicron è in rapido aumento (raddoppio ogni 2-4 giorni). Si tratta di un dato che suggerisce un vantaggio di crescita nelle popolazioni in larga parte vaccinate. I dati provenienti dal Sudafrica consentono di stimare provvisoriamente il tasso di crescita logistico di Omicron rispetto a Delta a 0,32 (95% IC: 0,09-0,55) al giorno[16]. Questo valore corrisponde a un raddoppio della percentuale dei casi di variante Omicron rispetto alle nuove infezioni all’incirca ogni 2-8 giorni.

A livello genetico, Omicron è strettamente collegata alle varianti in circolazione nella prima metà del 2020 e non si è sviluppata direttamente da un’altra variante preoccupante[17]. Omicron si differenzia dalle varianti originariamente in circolazione per la presenza di circa 30 mutazioni nella proteina Spike[18], le quali hanno notevolmente modificato segmenti importanti della proteina Spike.

I risultati delle ricerche dell’ultima settimana[19],[20],[21],[22],[23] mostrano una netta riduzione della neutralizzazione di Omicron con sieri di persone vaccinate e guarite. Dal quadro generale emerge che i sieri di persone sia guarite che vaccinate possiedono una capacità di neutralizzazione maggiore rispetto ai sieri di chi è stato vaccinato con doppia dose. La terza dose di vaccino determina un significativo incremento della neutralizzazione.

Un preprint[24] ha stimato, sulla base di dati epidemiologici, l’efficacia dei vaccini di Oxford/AstraZeneca e di BioNTech/Pfizer contro l’infezione sintomatica da variante Omicron: la protezione di BioNTech/Pfizer è diminuita dall’88% 2-9 settimane dopo la seconda vaccinazione a circa il 35% (95% IC: 10-50%) dopo 4 mesi. Anche secondo questo studio, la terza dose di vaccino determina un significativo incremento della protezione, che sale infatti, almeno nel breve termine, al 60-85%. Tale dato corrisponde alla protezione di cui beneficiano le persone vaccinate con doppia dose nel caso della variante Delta. Non è ancora possibile valutare l’efficacia sul lungo periodo.

I dati attualmente disponibili suggeriscono dunque che la terza dose di vaccino sia in grado di ridurre il carico della malattia atteso dovuto a infezioni da variante Omicron. Un considerevole aumento della velocità di vaccinazione e una riduzione dell’intervallo che intercorre fra la seconda e la terza vaccinazione a 3-4 mesi consentirebbero a una quota maggiore di persone vaccinate di ricevere la terza dose prima che si verifichi un contagio da variante Omicron.

Non sono ancora disponibili dati circa l’efficacia del vaccino nel proteggere contro decorsi gravi in caso di infezione da variante Omicron. Si attende una loro pubblicazione nelle prossime settimane.

Links:

[1] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-23-november-2021/

[2] https://sciencetaskforce.ch/reproduktionszahl/ und https://ibz-shiny.ethz.ch/covid-19-re-international/: Die Schätzungen von Re über die letzten Tage können leichten Schwankungen unterliegen. Diese Schwankungen treten insbesondere in kleinen Regionen, bei sich ändernder Dynamik und bei niederen Fallzahlen auf.

[3] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/trends: Aufgrund von Melderverzögerungen werden die letzten 3 respektive 5 Tage für bestätigte Fälle und Hospitalisationen/Todesfälle nicht berücksichtigt.

[4] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/, Dashboard Time Series

[5] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-07-december-2021/

[6] https://icumonitoring.ch

[7] https://www.covid19.admin.ch

[8] https://cov-spectrum.ethz.ch/

[9] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-07-december-2021/

[10] https://www.who.int/news/item/26-11-2021-classification-of-omicron-(b.1.1.529)-sars-cov-2-variant-of-concern

[11] https://bnonews.com/index.php/2021/11/omicron-tracker/

[12] https://www.gisaid.org/hcov19-variants/

[13] https://www.gisaid.org/hcov19-variants/

[14] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1040076/Technical_Briefing_31.pdf

[15] https://files.ssi.dk/covid19/omikron/statusrapport/rapport-omikronvarianten-11122021-uy12

[16] https://www.mcid.unibe.ch/unibe/portal/fak_vetmedizin/vetsuisse_kzen/micro_mcidi/content/e1047007/e1047011/e1047016/e1153060/e1155633/files1155634/MCID-OmicronEvent_Althaus_eng.pdf

[17] https://nextstrain.org/

[18] https://www.gisaid.org/hcov19-variants/

[19] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.08.21267417v1.full.pdf

[20] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.07.21267432v1.full.pdf

[21] https://drive.google.com/file/d/1CuxmNYj5cpIuxWXhjjVmuDqntxXwlfXQ/view

[22] https://drive.google.com/file/d/1zjJWsybGaa3egiyn5nQqTzBtl0kmvMUu/view

[23] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.10.21267534v1.full.pdf

[24] https://khub.net/documents/135939561/430986542/Effectiveness+of+COVID-19+vaccines+against+Omicron+variant+of+concern.pdf/f423c9f4-91cb-0274-c8c5-70e8fad50074

Poiché la Swiss National COVID-19 Science Task Force è stata sciolta il 31 marzo 2022, in futuro non verranno pubblicate ulteriori valutazioni epidemiologiche, aggiornamenti scientifici o policy brief. Tutte le precedenti pubblicazioni, pagine e informazioni della Science Task Force rimangono disponibili su questo sito web.