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La Task Force scientifica nazionale COVID-19 è stata sciolta il 31 marzo 2022.

È stata sostituita dal Comitato scientifico consultivo COVID-19, in modo che i cantoni e la Confederazione possano continuare a beneficiare delle competenze scientifiche nel contesto della pandemia di SARS-CoV-2.

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ETH Hönggerberg, Werner, fotografiert am Montag (13.11.2017) Bild: Christoph Kaminski, kellenbergerkaminski

Valutazione della situazione epidemiologica 11 Ottobre 2021

Testo in attesa di traduzione - Testo originale in tedesco

Situazione generale

Al momento l’epidemia di SARS-CoV-2 è causata quasi esclusivamente dalla variante Delta (B.1.617.2), che in estate ha surclassato le varianti precedentemente in circolazione. Tra la fine di giugno e la metà di agosto 2021 il numero di casi e di ospedalizzazioni è aumentato, per poi stabilizzarsi per un mese a livelli elevati e scendere nuovamente a partire dall’inizio di settembre 2021. Ci si aspetta che la circolazione torni ad aumentare di nuovo per via della stagione, con la possibilità che il valore R superi l’1. Un rapido aumento dei casi metterebbe in grande difficoltà il sistema sanitario, ancora sottoposto a una forte pressione. 

Dinamica

Dall’inizio di settembre 2021 l’epidemia di SARS-CoV-2 è in calo. La media mobile a 7 giorni del tasso di riproduzione in Svizzera è stimata a 0,89 (intervallo di confidenza del 95%, IC: 0,75-1,02); tale dato riflette la situazione dei contagi del periodo dal 25.09 al 01.10.2021[1].

Le stime del tasso di riproduzione effettivo Re su base giornaliera per la Svizzera sono:

  • 0,89 (95% IC: 0,73-1,06) sulla base dei casi confermati al 01.10.2021.
  • 0,71 (95% IC: 0,53-0,92) sulla base delle ospedalizzazioni al 25.09.2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 0,86 (95% IC: 0,77-0,95).
  • 0,59 (95% IC: 0,24-1,09) sulla base dei decessi al 19.09.2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sulle ospedalizzazioni è stimato, per lo stesso giorno, a 0,75 (95% IC: 0,59-0,92). Il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 0,89 (95% IC: 0,62-1,17).

A causa dei ritardi nelle segnalazioni e delle oscillazioni dei dati, i valori stimati potrebbero essere rettificati successivamente. Precisiamo che i valori di Re rispecchiano l’evento infettivo con un certo ritardo, poiché trascorre del tempo tra il contagio e l’esito del test o l’eventuale decesso. Per i valori Re basati sul numero di casi questo ritardo è di almeno 10 giorni, mentre per i decessi arriva fino a 23 giorni.

Parallelamente determiniamo i tassi di variazione di casi confermati, ospedalizzazioni e decessi negli ultimi 14 giorni[2]. Die bestätigten Fälle gingen  um -21% (UI: -10% bis -31%) pro Woche zurück, die Hospitalisationen um -28% (UI: -5% bis -46%) und die Todesfälle um -44% (UI: -15% bis -64%).   Questi dati rispecchiano la situazione dei contagi di diverse settimane fa.

Dalla nostra dashboard è possibile seguire la variazione del numero dei casi, delle ospedalizzazioni e dei decessi stratificata per età[3]. Il numero di casi è in significativa flessione in tutte le fasce d’età, a eccezione di quelle comprese tra i 20 e i 30 anni e tra i 70 e gli 80 anni e degli ultraottantenni. Negli ultimi 14 giorni di rilevazioni, le ospedalizzazioni sono diminuite in maniera significativa. Osservando separatamente le fasce d’età, questa tendenza non risulta però rilevante per nessuna di esse.

Numeri assoluti

Il numero cumulativo di casi confermati negli ultimi 14 giorni è di 167 ogni 100 000 abitanti. La positività è attestata al 2,3% (situazione all’08.10.2021, ultimo giorno per il quale si attendono ancora solo poche segnalazioni tardive).

Negli ultimi 14 giorni il numero di pazienti COVID-19 nelle unità di terapia intensiva si è attestato su un valore compreso tra 154 e 203[4] ricoverati (variazione pari al -13% (IC: da -7% a -18%) alla settimana).

Il numero di decessi quotidiani confermati in laboratorio negli ultimi 14 giorni è compreso tra 1 e 9[5].

Varianti di SARS-CoV-2

Dalla settimana 26 la variante Delta (B.1.617) è quella dominante in Svizzera. Tra i casi sequenziati, questa variante, inizialmente rilevata in India, ha avuto un’incidenza pari all’1% nella settimana 19, al 24% nella settimana 24 e al 99,9% nella settimana 38[6]. Da questo aumento dell’incidenza della variante Delta è possibile calcolarne una trasmissibilità più elevata del 58% (95% IC: 56-60%) rispetto alla variante Alpha, compatibile con le stime di una trasmissibilità più elevata del 56% (95% IC: 34%-81%) provenienti dall’Inghilterra[7]. Per via di questa maggior trasmissibilità, attualmente in molte parti del mondo la pandemia è dominata dalla variante Delta.

La variante Delta causa decorsi più gravi rispetto ai ceppi che hanno prevalso precedentemente in Svizzera. Da un ampio studio in Inghilterra è emerso come il rischio di ospedalizzazione nei pazienti con variante Delta sia due volte superiore rispetto ai pazienti con variante Alpha[8]. In Scozia[9] e in Canada[10] è stato riscontrato un aumento simile.

Variante Delta ed efficacia vaccinale

Infezione: Esistono indizi convergenti di una minor efficacia dei vaccini a mRNA contro le infezioni da variante Delta di SARS-CoV-2, comprese le infezioni asintomatiche. Secondo dati provenienti da Israele, l’efficacia contro l’infezione del vaccino di Pfizer/BioNtech è pari al 39% (95% IC: 9-59%)[11] e, secondo dati provenienti dalla Scozia, al 79% (95% IC: 75-82%)[12]. In un rapporto dello studio REACT viene calcolata un’efficacia vaccinale contro le infezioni del 49% (95% IC: 22-67%)[13] (non è stata effettuata una distinzione tra i vaccini impiegati in Inghilterra). Sintetizzando si può affermare che, secondo le stime, i vaccini a mRNA dimezzano il rischio di contagiarsi con la variante Delta.

Infezione sintomatica: rispetto alla variante Alpha, la protezione vaccinale contro le infezioni sintomatiche da variante Delta risulta ridotta. Secondo un rapporto di Public Health England,[14] l’efficacia dell’89% (95% IC: 87-90%) contro la variante Alpha è scesa al 79% (95% IC: 78-80%) contro la variante Delta (vedere anche[15],[16]; Pfizer/BioNtech). Da dati canadesi emerge un’efficacia contro le infezioni sintomatiche da variante Delta dell’85% (95% IC: 78-89%)[17] (Pfizer/BioNtech e Moderna). Secondo un nuovo studio condotto in California[18], l’efficacia del vaccino Moderna contro le infezioni da variante Delta è pari all’87% (95% IC: 84-89%), mentre contro le infezioni da variante Alpha è pari al 98% (95% IC: 97-99%).  Secondo questo studio, dopo cinque mesi l’efficacia contro la variante Delta scende all’80% (95% IC: 70-87%). Studi israeliani[19] stimano un’efficacia di appena il 40% (95% IC: 9-61%). La minor efficacia del vaccino contro la variante Delta in Israele potrebbe essere spiegata da diversi fattori: il maggior lasso di tempo trascorso dalla vaccinazione rispetto ad altri Paesi, l’esiguità della distanza tra le due dosi di vaccino (3 settimane) e la somministrazione esclusiva del vaccino di Pfizer/BioNtech, che sembra essere leggermente meno efficace del vaccino di Moderna.

Decorso grave / ospedalizzazione: la protezione vaccinale contro un decorso grave è elevata anche per la variante Delta. L’efficacia si attesta attorno al 96% (95% IC: 91-98%) sulla base di dati provenienti dalla Gran Bretagna[20],[21] e all’88% (95% IC: 78,9-93,2%) sulla base di dati provenienti da Israele[22]. Tali stime fanno riferimento alla protezione sulle persone vaccinate rispetto a quelle non vaccinate e non sono suddivise in base ai diversi vaccini impiegati nei Paesi menzionati. Secondo un nuovo preprint[23] sulla base dei dati provenienti dalla California, il vaccino Moderna protegge fino al 98% (95% IC: 93-99%) dalle ospedalizzazioni in seguito a un’infezione da variante Delta. Secondo un preprint israeliano[24] e secondo le analisi di Public Health England[25], la protezione contro decorsi gravi sembra ridursi nel tempo. Nel complesso, tuttavia, questi dati indicano che al momento un ciclo vaccinale completo consente di evitare circa 9 ospedalizzazioni su 10.

Trasmissione: la vaccinazione impedisce la diffusione del virus attraverso almeno due meccanismi: in primo luogo, riducendo le infezioni sintomatiche e asintomatiche e quindi il numero di persone contagiate (vedere quanto riportato sopra) e, in secondo luogo, riducendo la diffusione da parte di coloro che si contagiano nonostante la vaccinazione. Anche in caso di contagio, infatti, una persona vaccinata trasmette più raramente il virus rispetto a una persona non vaccinata. Un nuovo preprint[26] descrive uno studio secondo cui il rischio di trasmissione in caso di infezione postvaccinale da variante Delta dopo due dosi di vaccino a mRNA di Pfizer/BioNtech è inferiore di circa 2/3 rispetto alle persone non vaccinate. I motivi esatti di questa protezione non sono noti, sebbene possano essere spiegati dalla minor durata della fase contagiosa[27] o da una minore contagiosità del virus nelle persone vaccinate[28].

Link:

[1] https://sciencetaskforce.ch/it/tasso-di-riproduzione/ e https://ibz-shiny.ethz.ch/covid-19-re-international//: le stime del valore Re negli ultimi giorni possono subire delle leggere variazioni, che si verificano in particolare nelle regioni di piccole dimensioni, in caso di dinamiche dall’andamento variabile o di un numero di casi ridotto.

[2]https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/trends: a causa dei ritardi nelle segnalazioni, per i casi confermati e per ospedalizzazioni o decessi non vengono presi in considerazione rispettivamente gli ultimi tre e cinque giorni.

[3]https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/, Dashboard Time Series

[4] https://icumonitoring.ch

[5] https://www.covid19.admin.ch

[6] https://cov-spectrum.ethz.ch/

[7] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/993358/s1288_Warwick_RoadMap_Step_4.pdf

[8] https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(21)00475-8/fulltext

[9] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)01358-1/fulltext

[10]https://doi.org/10.1101/2021.07.05.21260050

[11] https://www.gov.il/BlobFolder/reports/vaccine-efficacy-safety-follow-up-committee/he/files_publications_corona_two-dose-vaccination-data.pdf

[12] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)01358-1/fulltext

[13] https://spiral.imperial.ac.uk/bitstream/10044/1/90800/2/react1_r13_final_preprint_final.pdf

[14] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1010472/Vaccine_surveillance_report_-_week_32.pdf

[15] https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2108891

[16] https://doi.org/10.1101/2021.07.05.21260050

[17] https://www.alberta.ca/stats/covid-19-alberta-statistics.htm#vaccine-outcomes

[18] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.29.21264199v1.full.pdf

[19] https://www.gov.il/BlobFolder/reports/vaccine-efficacy-safety-follow-up-committee/he/files_publications_corona_two-dose-vaccination-data.pdf

[20] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1010472/Vaccine_surveillance_report_-_week_32.pdf

[21] https://khub.net/web/phe-national/public-library/-/document_library/v2WsRK3ZlEig/view_file/479607329?_com_liferay_document_library_web_portlet_DLPortlet_INSTANCE_v2WsRK3ZlEig_redirect=https%3A%2F%2Fkhub.net%3A443%2Fweb%2Fphe-national%2Fpublic-library%2F-%2Fdocument_library%2Fv2WsRK3ZlEig%2Fview%2F479607266

[22] https://www.gov.il/BlobFolder/reports/vaccine-efficacy-safety-follow-up-committee/he/files_publications_corona_two-dose-vaccination-data.pdf

[23] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.29.21264199v1.full.pdf

[24] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.08.24.21262423v1

[25] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1017309/S1362_PHE_duration_of_protection_of_COVID-19_vaccines_against_clinical_disease.pdf

[26] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.28.21264260v1.full.pdf

[27] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.07.28.21261295v1.full.pdf

[28] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.08.20.21262158v1

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