Questo sito web non è più aggiornato

La Task Force scientifica nazionale COVID-19 è stata sciolta il 31 marzo 2022.

È stata sostituita dal Comitato scientifico consultivo COVID-19, in modo che i cantoni e la Confederazione possano continuare a beneficiare delle competenze scientifiche nel contesto della pandemia di SARS-CoV-2.

Questo sito web non viene più aggiornato, ma il suo contenuto rimane accessibile come archivio.

20. Agosto 2021

 – Policy Brief

Osservazioni in merito alle risposte all’esitazione vaccinale

Questo testo è una sintesi del Policy Brief originale in inglese.

Sommario

La vaccinazione riduce il rischio di malattia, infezione e contagio. Tuttavia, l’esitazione vaccinale rimane considerevole. Le campagne e la formazione in materia di comunicazione potrebbero aiutare ad aumentare l’adesione al vaccino. È possibile, inoltre, introdurre obblighi vaccinali mirati in determinati ambiti sanitari, prevedendo le opportune eccezioni e una gestione adeguata delle reticenze.

Gli studi dimostrano che la vaccinazione contro il SARS-CoV-2 riduce drasticamente nei vaccinati il rischio non soltanto di ammalarsi, ma anche di infettarsi e di contagiare gli altri. Tali conoscenze evidenziano l’importanza di raggiungere un tasso di vaccinazione elevato, soprattutto se si considera che i dati sulla variante Delta suggeriscono una riduzione dei contagi tra i vaccinati inferiore rispetto alle altre varianti. Dall’inizio del 2021 la copertura vaccinale ha continuato a crescere, così come la volontà di ricevere il vaccino, ma l’esitazione vaccinale è ancora considerevole. La Svizzera non dispone di una base giuridica per introdurre l’obbligo vaccinale per la totalità della popolazione.

Per raggiungere un’immunità che tuteli la popolazione, è necessario che un’elevata percentuale scelga di vaccinarsi o guarisca dal COVID-19. Le esperienze passate indicano che le informazioni scientifiche non sono sufficienti a contrastare l’esitazione vaccinale. Sono necessarie misure mirate, come le campagne di comunicazione e la collaborazione con figure autorevoli o di fiducia, oltre ai funzionari o agli esperti, volte a persuadere una percentuale sufficiente della popolazione. Le motivazioni dell’esitazione vaccinale variano a seconda dei gruppi e possono essere, ad esempio: una ridotta percezione del rischio di contrarre il COVID-19, il timore per gli effetti secondari del vaccino, la diffidenza nei confronti del sistema sanitario o le convinzioni religiose. Anche chi lavora nel settore sanitario esita talvolta a sottoporsi alla vaccinazione, ma questa categoria costituisce un pubblico di riferimento importante per inviare un messaggio di incoraggiamento e molto spesso rappresenta una delle fonti di informazione e consulenza più affidabili per i pazienti. Fornire ai professionisti sanitari e ad altre personalità di fiducia una formazione in tecniche della comunicazione (ad esempio, nel colloquio motivazionale) potrebbe rivelarsi un mezzo efficace per potenziare l’adozione del vaccino.

Alcuni temono che gli obblighi vaccinali (ad esempio, per lavorare in un asilo nido) possano accrescere la polarizzazione politica nonché lo scetticismo nei confronti del vaccino. Al contrario, i dati suggeriscono che tali misure porterebbero a un incremento del tasso di vaccinazione. La giustificazione principale sarebbe quella di tutelare le persone vulnerabili che non possono vaccinarsi, o per le quali i vaccini sono meno efficaci. L’obbligo vaccinale per l’intera popolazione non è autorizzato dalla legislazione svizzera.

I professionisti sanitari e le istituzioni sanitarie hanno il dovere di proteggere i pazienti. L’obbligo di vaccinazione per i gruppi professionali che lavorano a contatto con persone vulnerabili nei settori a rischio di contagio nosocomiale, purché limitato nel tempo e dotato di adeguate eccezioni, sarebbe lecito ai sensi della legislazione svizzera sulle epidemie e potrebbe essere elaborato consultando le associazioni professionali. È chiaro che nessun individuo potrà essere vaccinato contro la sua volontà, neppure in un tale contesto, e che dovrà essere garantita la continuità di servizi quali la sanità, l’istruzione e le case di riposo per anziani. Inoltre, l’eventuale obbligo per gruppi professionali specifici dovrebbe in ogni caso rispettare il principio di proporzionalità; qualsiasi sanzione nei confronti di una persona che rifiuta la vaccinazione dovrebbe essere proporzionata (prevedendo ad esempio il trasferimento ad un altro incarico anziché il licenziamento). Indipendentemente dall’introduzione di obblighi circoscritti, dovrebbero essere adottate misure volte a incoraggiare e facilitare l’adesione volontaria alla vaccinazione.

Type of document: Policy Brief


Date of response: 20/08/2021

Experts involved: ELSI

Contact persons: Samia Hurst (samia.hurst@unige.ch)

Questo sito web non è più aggiornato

La Task Force scientifica nazionale COVID-19 è stata sciolta il 31 marzo 2022.

È stata sostituita dal Comitato scientifico consultivo COVID-19, in modo che i cantoni e la Confederazione possano continuare a beneficiare delle competenze scientifiche nel contesto della pandemia di SARS-CoV-2.

Questo sito web non viene più aggiornato, ma il suo contenuto rimane accessibile come archivio.