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La Task Force scientifica nazionale COVID-19 è stata sciolta il 31 marzo 2022.

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ETH Hönggerberg, Werner, fotografiert am Montag (13.11.2017) Bild: Christoph Kaminski, kellenbergerkaminski

Valutazione della situazione epidemiologica, 20 Dicembre 2021

Testo in attesa di traduzione - Testo originale in tedesco

Situazione generale

L’epidemia di SARS-CoV-2 è al momento in larga parte ancora determinata dalla variante Delta. Da metà ottobre a inizio dicembre 2021 si è assistito a un aumento rilevante dei casi. Da fine novembre 2021 sta crescendo in modo marcato il numero di letti occupati in terapia intensiva da pazienti COVID-19, con un tasso attuale del 10% (95% IC: 3-17%) a settimana. La soglia critica di 300 letti occupati in terapia intensiva è stata superata la scorsa settimana. Oltre questa soglia, praticamente tutti gli ospedali devono posticipare gli interventi meno urgenti; in alcuni ospedali viene applicato un triage implicito e vengono messi a disposizione letti ad hoc[1]. Il rapido aumento dei casi osservato fino a inizio dicembre e la costante crescita dei posti occupati in terapia intensiva sono pertanto estremamente difficili da gestire per il sistema sanitario, sottoposto a una forte pressione.

Il 26 novembre 2021, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito preoccupante la nuova variante Omicron. Anche in Svizzera questa variante è già stata riscontrata tramite sequenziamento oltre 100 volte e si stima che la percentuale dei casi confermati nella settimana 49 sia compresa fra il 3% e l’8%. Sulla base di speciali test PCR, si stima che a Ginevra l’incidenza alla fine della settimana 50 sia pari al 16%, percentuale che sale al 25% a Zurigo. A fronte del rapido aumento della variante Omicron, queste cifre sono compatibili con i dati ottenuti dal sequenziamento. A loro volta, tali osservazioni sono compatibili con i dati relativi alle acque reflue di Zurigo. Dalla sua comparsa, l’incidenza di Omicron è aumentata dalle 2 alle 3 volte a settimana. Ci aspettiamo pertanto che questa variante dominerà la situazione dei contagi tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.

Finché Omicron resterà dominante, il numero di casi aumenterà più del doppio ogni settimana se la velocità di trasmissione rimane invariata. Un tale significativo incremento dei casi sarebbe nettamente più rapido rispetto a quanto riscontrato per le precedenti varianti e determinerebbe numerosi casi di malattia nonché conseguenti assenze dal lavoro in settori critici come il sistema sanitario, andando a sovraccaricare le capacità di effettuare i test. La riduzione dei contatti può frenare questa crescita assoluta del numero di casi. L’approntamento di test autodiagnostici può garantire che tutti possano continuare a sottoporsi ai test.

Parallelamente alla riduzione dei contatti, una rapida implementazione della terza vaccinazione può aumentare la protezione individuale dall’infezione da circa il 20-30% a circa il 70-80%, almeno a breve termine. La terza dose rappresenta pertanto un ulteriore efficace strumento per frenare l’aumento del numero di casi. Attualmente, il 18% della popolazione svizzera ha ricevuto la terza dose. Considerando che in questa quota rientrano in prevalenza persone anziane, la terza vaccinazione contribuisce a evitare ricoveri ospedalieri. Se la terza dose dovesse rallentare la diffusione di Omicron, sarà necessario implementarla rapidamente su più ampia scala tra la popolazione.

Dinamica

Secondo le stime, da fine ottobre 2021 alla scorsa settimana il valore R si è attestato significativamente sopra a 1. Questa settimana il valore R è sceso sotto quota 1. La media mobile a 7 giorni del tasso di riproduzione in Svizzera è stimata a 0,98 (intervallo di confidenza del 95%, IC: 0,91-1,05); tale dato riflette la situazione dei contagi nel periodo dal 4 al 10 dicembre 2021[2].

Le stime del tasso di riproduzione effettivo Re su base giornaliera per la Svizzera sono:

  • 0,98 (95% IC: 0,91-1,06) sulla base dei casi confermati al 10 dicembre 2021.
  • 0,88 (95% IC: 0,76-0,99) sulla base delle ospedalizzazioni al 4 dicembre 2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 1,01 (95% IC: 0,95-1,06).
  • 0,98 (95% IC: 0,74-1,22) sulla base dei decessi al 28 novembre 2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sulle ospedalizzazioni è stimato, per lo stesso giorno, a 0,94 (95% IC: 0,84-1,04). Il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 1,12 (95% IC: 1,06-1,19).

A causa dei ritardi nelle segnalazioni e delle oscillazioni dei dati, i valori stimati potrebbero essere rettificati successivamente. In particolare, nelle ultime settimane dagli ospedali sono pervenute segnalazioni incomplete. Per questo motivo è molto probabile che le cifre vengano riviste al rialzo.  Precisiamo che i valori di Re rispecchiano l’evento infettivo con un certo ritardo, poiché trascorre del tempo tra il contagio e l’esito del test o l’eventuale decesso. Per i valori Re basati sul numero di casi questo ritardo è di almeno 10 giorni, mentre per i decessi arriva fino a 23 giorni.

Parallelamente determiniamo i tassi di variazione di casi confermati, ospedalizzazioni e decessi negli ultimi 14 giorni[3]. I casi confermati hanno fatto registrare una riduzione del 13% (IC: da – 2% a – 22%) a settimana, le ospedalizzazioni del 14%(IC: da – 6% a – 21%) a settimana, mentre i decessi sono aumentati dell’1% (IC: da 21% a – 16%) a settimana.   Questi dati rispecchiano la situazione dei contagi di diverse settimane fa.

Dalla nostra dashboard è possibile seguire lo sviluppo del numero di casi, delle ospedalizzazioni e dei decessi distinto per età[4]. Il numero di casi è in significativa flessione in tutte le fasce d’età, a eccezione di quelle tra i 20 e i 29 anni, tra i 30 e i 39 anni e tra i 40 e i 49 anni. Le ospedalizzazioni hanno fatto segnare una considerevole diminuzione solo nella fascia d’età degli ultraottantenni. Come per la scorsa settimana, tuttavia, il numero delle ospedalizzazioni potrebbe essere sottostimato[5].

Numeri assoluti

Il numero cumulato di casi confermati negli ultimi 14 giorni è di 1463 ogni 100 000 abitanti. La positività è del 14% (situazione al 17 dicembre 2021, ultimo giorno per il quale si attendono ancora solo poche segnalazioni tardive).

Il numero di pazienti COVID-19 nelle unità di terapia intensiva si è attestato su un valore compreso tra 259 e 314[6] ricoverati negli ultimi 14 giorni (variazione pari al 10% (IC: da 17% a 3%) alla settimana).

Il numero di decessi quotidiani confermati in laboratorio negli ultimi 14 giorni è compreso tra 20 e 32[7].

Varianti

Delta

Dalla settimana 26, la variante Delta è dominante in Svizzera. Questa variante, inizialmente rilevata in India, ha avuto un’incidenza del 100% tra i casi sequenziati tra la settimana 38 e la settimana 46. Dalla settimana 47 assistiamo sempre di più anche a sequenze di variante Omicron[8].

La vaccinazione dimostra un ottimo grado di efficacia nel contrastare decorsi gravi nel caso della variante Delta (80% tra gli anziani, 95% tra i giovani; per entrambe le categorie, 6 mesi dopo la seconda vaccinazione) e offre un certo livello di protezione dall’infezione (circa 50% dopo 6 mesi). Una terza dose di vaccino aumenta nuovamente la protezione dall’infezione e dall’ospedalizzazione portandola ad almeno il 95%. Ulteriori dati sono disponibili nell’aggiornamento epidemiologico del 7 dicembre 2021[9].

Omicron

Il 23 novembre 2021, in Sudafrica e Botswana è stata identificata per la prima volta una nuova variante di SARS-CoV-2 che si contraddistingue per l’elevato numero di mutazioni nella proteina Spike («spike protein»). A livello genetico, questa variante è strettamente collegata alle varianti in circolazione nella prima metà del 2020 e non si è sviluppata da un’altra variante preoccupante[10]. Questa nuova variante si differenzia dalle varianti originariamente in circolazione per la presenza di circa 30 mutazioni nella proteina Spike[11], le quali hanno notevolmente modificato segmenti importanti della proteina Spike.

Il 26 novembre 2021, l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato tale variante come «preoccupante» e le ha attribuito il nome «Omicron» [12].

Diffusione epidemiologica

Nel frattempo, la variante è stata riscontrata in 89 Paesi in Europa e nel resto del mondo (situazione al 16 dicembre 2021) [13],[14],[15], inizialmente nella maggior parte dei casi in relazione a persone provenienti dai Paesi dell’Africa meridionale. In Svizzera la variante è stata riscontrata 135 volte mediante sequenziamento e nella settimana 49 rappresentava il 7,6% di tutti i campioni sequenziati e il 3% dei campioni sequenziati dichiarati su GISAID come rientranti nel programma di sorveglianza[16]. L’incidenza è aumentata di 2-3 volte a settimana. Sulla base di speciali test PCR, si stima che a Ginevra l’incidenza alla fine della settimana 50 sia pari al 16%[17] e si osserva un aumento del 40% nell’arco di 3 giorni. Tale dato corrisponde a una crescita di 2,2 volte a settimana. Le informazioni provenienti da Ginevra e le cifre ottenute dal sequenziamento in tutto il territorio svizzero sono pertanto compatibili. L’Istituto di virologia medica di Zurigo riferisce un tasso di circa il 12% nella settimana 49 e di circa il 25% nella settimana 50. Tale incremento corrisponde alle osservazioni relative ai dati svizzeri summenzionati.

A partire da tali incidenze di Omicron è possibile stimare il tasso di crescita logistico relativo di questa variante rispetto alla Delta[18]. Sulla base di tutti i dati disponibili sulle sequenze, si stima che la crescita relativa in Svizzera sia pari a 0,17 (0,13-0,21) al giorno. Il valore emerso da stime indipendenti basate su campioni di acque reflue di Zurigo è invece di 0,27 (0,11-0,43) (dati riportati in [19]).

In Gran Bretagna [20] e in Danimarca[21] la percentuale di casi Omicron è in rapido aumento (raddoppio ogni 2-4 giorni). Si tratta di un dato che suggerisce un vantaggio di crescita nelle popolazioni in larga parte vaccinate. I dati provenienti dal Sudafrica consentono di stimare provvisoriamente il tasso di crescita logistico di Omicron rispetto a Delta a 0,32 (95% IC: 0,09-0,55) al giorno[22]. Questo valore corrisponde a un raddoppio della percentuale dei casi di variante Omicron rispetto alle nuove infezioni all’incirca ogni 2-8 giorni. Un rapporto dell’Imperial College[23] stima il tasso di crescita esponenziale della percentuale dei casi di variante Omicron in Inghilterra a 0,34 al giorno (95% IC: 0,33-0,35), corrispondente a un tempo di raddoppio di 2 giorni.

Il tasso di crescita stimato leggermente inferiore in Svizzera rispetto alla Gran Bretagna e al Sudafrica è probabilmente riconducibile al quasi esclusivo utilizzo di vaccini a mRNA con un’alta percentuale di Moderna e alla mancata somministrazione di vaccini AstraZeneca. Tutte le stime vengono continuamente aggiornate sulla base di ulteriori rilevamenti.

Scenario relativo alla diffusione epidemiologica in Svizzera

A fronte del tasso di crescita attualmente stimato in Svizzera sulla base di campioni sequenziati nel periodo compreso fra il 24 novembre 2021 e l’8 dicembre 2021, è possibile delineare uno scenario relativo al futuro sviluppo del numero di casi (i campioni successivi all’8 dicembre 2021 devono ancora essere sequenziati e non sono pertanto inclusi). Le ipotesi previste dallo scenario sono descritte nella legenda della figura 1. Secondo tale scenario, Omicron rappresenterà più del 50% dei casi nel periodo compreso tra il 24 dicembre 2021 e il 6 gennaio 2022. Ci si aspetta che il numero di casi toccherà temporaneamente il minimo prima della fine dell’anno per poi riprendere a salire. In questo scenario viene inoltre ritenuto plausibile un numero di casi superiore a 20 000 al giorno nella seconda settimana di gennaio.

Riducendo i contatti e somministrando la terza dose, è possibile rallentare la dinamica e ritardare quindi la crescita di Omicron. Lo scenario ivi mostrato si basa sull’ipotesi che la velocità di trasmissione non subisca variazioni. I calcoli vengono effettuati analogamente a quelli da noi svolti per la variante Alpha a gennaio 2021 [24]e sono descritti in dettaglio in [25].

Lo scenario mostrato non prende in considerazione incertezze relative al valore R della variante Delta e all’incidenza di Omicron nella settimana 49. L’incertezza nel tasso di crescita logistico di Omicron rispetto a Delta è indicato dalla linea tratteggiata. Sulla base dei campioni clinici sequenziati ipotizziamo una crescita pari a 0,17 (0,13-0,21). Complessivamente, le stime riguardanti questo tasso di crescita sono inferiori in Svizzera rispetto alla Gran Bretagna e al Sudafrica (vedere sopra). Se al momento sottostimiamo il tasso di crescita sulla base dei punti dati svizzeri disponibili, anche la velocità della diffusione di Omicron riportata nella figura 1 risulterà sottostimata.

Figura 1. Scenario relativo allo sviluppo del numero di casi fino al 9 gennaio 2022. Supponiamo che all’inizio della settimana 49 il valore R della variante Delta fosse pari a 0,9 e che esso non subirà ulteriori variazioni. Il numero di casi atteso relativo alla variante Delta è raffigurato in blu nella figura 1. Ipotizziamo inoltre che l’incidenza di Omicron nei casi confermati all’inizio della settimana 49 fosse pari al 4%. Si stima che il tasso di crescita logistico di Omicron rispetto a Delta ammonti a 0,17 (0,13-0,21). Il numero di casi atteso relativo alla variante Omicron è rappresentato in arancione (linea continua con crescita pari a 0,17; linea tratteggiata con 0,13 e 0,21).

Efficacia del vaccino

I risultati delle ricerche delle ultime due settimane (ad es.[26],[27],[28],[29],[30]) mostrano una netta riduzione della neutralizzazione di Omicron con sieri di persone vaccinate e guarite. Gli studi sulla neutralizzazione di Omicron sono raccolti in un documento sempre aggiornato[31] e messi in relazione tra loro. Dal quadro generale emerge che i sieri di persone sia guarite che vaccinate possiedono una capacità di neutralizzazione maggiore rispetto ai sieri di chi è stato vaccinato con doppia dose. La terza dose di vaccino determina un significativo incremento della neutralizzazione.

Un preprint[32] ha stimato, sulla base di dati epidemiologici provenienti dall’Inghilterra, l’efficacia dei vaccini di Oxford/AstraZeneca e di BioNTech/Pfizer contro l’infezione sintomatica da variante Omicron: la protezione di BioNTech/Pfizer è diminuita dall’88% 2-9 settimane dopo la seconda vaccinazione a circa il 35% (95% IC: 10-50%) dopo 4 mesi. Anche secondo questo studio, la terza dose di vaccino determina un significativo incremento della protezione, che sale infatti, almeno nel breve termine, al 60-85%. Stime simili circa l’efficacia del vaccino di BioNTech/Pfizer sono riportate in un altro studio dell’Imperial College[33]: la terza dose di vaccino aumenta la protezione dall’infezione sintomatica da variante Omicron dal 19% (95% IC: 13-24%) al 77% (72-80%). Tale dato corrisponde alla protezione di cui beneficiano le persone vaccinate con doppia dose nel caso della variante Delta. Non è ancora possibile valutare l’efficacia sul lungo periodo.

I dati attualmente disponibili suggeriscono dunque che la terza dose di vaccino sia in grado di ridurre il carico della malattia atteso dovuto a infezioni da variante Omicron (vedere anche [34] per uno studio di modellizzazione svizzero). In questo contesto è importante che la terza dose di vaccino venga somministrata molto rapidamente a tutti coloro che si sono sottoposti alla seconda vaccinazione 4 o più mesi prima, in modo da potenziare la protezione prima di un contagio da variante Omicron.

Non sono ancora disponibili numerosi dati circa l’efficacia del vaccino nel proteggere contro decorsi gravi in caso di infezione da variante Omicron. Uno studio basato su dati di una delle principali assicurazioni malattia del Sudafrica[35] stima che coloro che hanno ricevuto due dosi di vaccino BioNTech/Pfizer beneficiano di una protezione del 70% contro decorsi gravi a seguito di infezione da variante Omicron. Secondo quanto riportato in questo studio, il tasso di ospedalizzazione dovuto a infezioni da variante Omicron è del 29% inferiore rispetto alle ondate precedenti. Tra i bambini si osserva invece un aumento del 20% (nel caso di decorsi principalmente lievi). La pubblicazione di ulteriori studi sul livello di gravità dell’infezione da variante Omicron è attesa per le prossime settimane.

Link:

[1] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-23-november-2021/

[2] https://sciencetaskforce.ch/it/tasso-di-riproduzione/ e https://ibz-shiny.ethz.ch/covid-19-re-international/: le stime degli ultimi giorni possono subire delle leggere variazioni, che si verificano in particolare nelle regioni di piccole dimensioni, in caso di dinamiche dall’andamento variabile o di un numero di casi ridotto.

[3] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/trends: a causa dei ritardi nelle segnalazioni, per i casi confermati e per ospedalizzazioni o decessi non vengono presi in considerazione rispettivamente gli ultimi tre e cinque giorni.

[4] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/, Dashboard Time Series

[5] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-07-december-2021/

[6] https://icumonitoring.ch

[7] https://www.covid19.admin.ch

[8] https://cov-spectrum.ethz.ch/

[9] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-07-december-2021/

[10] https://nextstrain.org/

[11] https://www.gisaid.org/hcov19-variants/

[12] https://www.who.int/news/item/26-11-2021-classification-of-omicron-(b.1.1.529)-sars-cov-2-variant-of-concern

[13] https://bnonews.com/index.php/2021/11/omicron-tracker/

[14] https://www.gisaid.org/hcov19-variants/

[15] https://www.who.int/publications/m/item/enhancing-readiness-for-omicron-(b.1.1.529)-technical-brief-and-priority-actions-for-member-states

[16] https://cov-spectrum.ethz.ch/

[17] https://www.hug.ch/laboratoire-virologie

[18] https://cov-spectrum.org/explore/Switzerland/Surveillance/Past6M/variants/chen-2021-fitness?pangoLineage=B.1.1.529*

[19] https://docs.google.com/spreadsheets/d/1MyLGq8KG8Sdn79pAmNOuKY2oKod7_I7QRoJqbUGWFoI/edit?usp=sharing 

[20] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1040076/Technical_Briefing_31.pdf

[21] https://files.ssi.dk/covid19/omikron/statusrapport/rapport-omikronvarianten-11122021-uy12

[22] https://www.mcid.unibe.ch/unibe/portal/fak_vetmedizin/vetsuisse_kzen/micro_mcidi/content/e1047007/e1047011/e1047016/e1153060/e1155633/files1155634/MCID-OmicronEvent_Althaus_eng.pdf

[23] https://spiral.imperial.ac.uk/bitstream/10044/1/93038/32/2021-12-16%20COVID19%20Report%2049.pdf

[24] https://sciencetaskforce.ch/wissenschaftliches-update-26-januar-2021/

[25] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1755436521000335?via%3Dihub

[26] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.08.21267417v1.full.pdf

[27] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.07.21267432v1.full.pdf

[28] https://drive.google.com/file/d/1CuxmNYj5cpIuxWXhjjVmuDqntxXwlfXQ/view

[29] https://drive.google.com/file/d/1zjJWsybGaa3egiyn5nQqTzBtl0kmvMUu/view

[30] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.10.21267534v1.full.pdf

[31] https://docs.google.com/presentation/d/13NFT3GjMluTbDQZRSl7VIua6G3FvwSHYgbU9gMoWI4U/edit#slide=id.g1075171e1cf_6_372.

[32] https://khub.net/documents/135939561/430986542/Effectiveness+of+COVID-19+vaccines+against+Omicron+variant+of+concern.pdf/f423c9f4-91cb-0274-c8c5-70e8fad50074

[33] https://spiral.imperial.ac.uk/bitstream/10044/1/93038/32/2021-12-16%20COVID19%20Report%2049.pdf

[34] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.12.21267673v1.full.pdf

[35] https://www.bmj.com/content/375/bmj.n3104

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