Testo in attesa di traduzione - Testo originale in tedesco
Situazione generale
Al momento l’epidemia di SARS-CoV-2 è causata quasi esclusivamente dalla variante Delta, che durante l’estate ha surclassato le varianti precedentemente in circolazione. Tra la fine di giugno e la metà di agosto 2021 il numero di casi e di ospedalizzazioni è aumentato, per poi stabilizzarsi per un mese a livelli elevati e scendere nuovamente all’inizio di settembre 2021. Da metà ottobre 2021, si registra ancora una volta una crescita rilevante dei casi. Dalla scorsa settimana questo aumento è significativo in ciascuna delle grandi regioni. Da questa settimana sta crescendo in modo marcato anche il numero di letti occupati da pazienti COVID-19 in terapia intensiva, con il 14% alla settimana (95% IC: 3-21%).
Gli studi di simulazione dell’ECDC prevedono che, per i Paesi europei con una copertura vaccinale analoga a quella della Svizzera, il carico massimo di ospedalizzazioni entro la fine di novembre 2021 potrebbe superare il carico massimo dello scorso anno[1]. A seguito del fatto che la ripresa dell’epidemia in Svizzera è iniziata più tardi rispetto all’autunno 2020, nonché più tardi rispetto ad altri Paesi dell’Europa centrale, per la fine di novembre non è ancora previsto un superamento del limite massimo del sistema. Tale scenario non è però da escludere per l’inverno. Un rapido aumento dei casi e quindi anche delle ospedalizzazioni sarebbe estremamente difficile da gestire per il sistema sanitario, ancora sottoposto a una forte pressione.
Dinamica
Tra l’inizio di settembre e la fine di ottobre 2021 l’epidemia di SARS-CoV-2 si è indebolita (tasso Re<1). Tuttavia, a fine ottobre 2021 il valore R è salito di nuovo significativamente sopra a 1. La media mobile a 7 giorni del tasso di riproduzione in Svizzera è stimata a 1,33 (intervallo di confidenza del 95%, IC: 1,2-1,45); tale dato riflette la situazione dei contagi del periodo dal 30.10 al 05.11.2021[2].
Le stime del tasso di riproduzione effettivo Re su base giornaliera per la Svizzera sono:
- 1,31 (95% IC: 1,21-1,41) sulla base dei casi confermati al 05.11.2021.
- 1,11 (95% IC: 0,92-1,31) sulla base delle ospedalizzazioni al 31.10.2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 1,35 (95% IC: 1,18-1,52).
- 1,34 (95% IC: 0,86-1,92) sulla base dei decessi al 25.10.2021. A titolo di confronto, il tasso Re basato sulle ospedalizzazioni è stimato, per lo stesso giorno, a 1,08 (95% IC: 0,89-1,3). Il tasso Re basato sui casi confermati è stimato, per lo stesso giorno, a 1,29 (95% IC: 1,11-1,47).
A causa dei ritardi nelle segnalazioni e delle oscillazioni dei dati, i valori stimati potrebbero essere rettificati successivamente. Precisiamo che i valori di Re rispecchiano l’evento infettivo con un certo ritardo, poiché trascorre del tempo tra il contagio e l’esito del test o l’eventuale decesso. Per i valori Re basati sul numero di casi questo ritardo è di almeno 10 giorni, mentre per i decessi arriva fino a 23 giorni.
Parallelamente determiniamo i tassi di variazione di casi confermati, ospedalizzazioni e decessi negli ultimi 14 giorni[3]. I casi confermati sono aumentati del 47% (IC: da 60% a 34%) alla settimana, le ospedalizzazioni dell’11% (IC: da 31% a -5%) e i decessi dell’81% (IC: da 195% a 13%). Questi dati rispecchiano la situazione dei contagi di diverse settimane fa.
Dalla nostra dashboard è possibile seguire la variazione del numero dei casi, delle ospedalizzazioni e dei decessi stratificata per età[4]. Il numero di casi sta registrando una crescita significativa in tutte le fasce d’età. L’aumento è più marcato presso le fasce d’età tra 0 e 9 e tra 10 e 19 anni, con il 65% e il 43% alla settimana rispettivamente. Tra gli ultraottantenni si registra l’aumento più contenuto, con il 29% alla settimana. Negli ultimi 14 giorni considerati dalle rilevazioni, le ospedalizzazioni non sono aumentate né diminuite significativamente in alcuna fascia di età, a eccezione di quella degli ultraottantenni, in cui sono aumentate del 34% (95% IC: 1-78%).
Numeri assoluti
Il numero cumulato di casi confermati negli ultimi 14 giorni è di 477 ogni 100 000 abitanti. La positività è attestata al 12,2% (situazione al 13.11.2021, ultimo giorno per il quale si attendono ancora solo poche segnalazioni tardive).
Secondo la media a 7 giorni, il numero di persone ospedalizzate giornalmente corrisponde a circa 20. Al momento vengono ospedalizzate prevalentemente persone che sono state contagiate in Svizzera[5]. Nelle ultime settimane, la percentuale di persone con due dosi di vaccino tra quelle ospedalizzate ha registrato un aumento marcato tra gli ultraottantenni[6].
Il numero di pazienti COVID-19 nelle unità di terapia intensiva ha registrato un valore compreso tra 119 e 157[7] ricoverati negli ultimi 14 giorni (variazione pari al 14% (IC: da 22% a 6%) alla settimana).
Il numero di decessi quotidiani confermati in laboratorio negli ultimi 14 giorni è stato compreso tra 2 e 13[8].
Nuove varianti
Dalla settimana 26, la variante Delta è dominante in Svizzera. Questa variante, inizialmente rilevata in India, ha avuto un’incidenza del 100% tra i casi sequenziati a partire dalla settimana 38[9]. Da questo aumento dell’incidenza della variante Delta in Svizzera è possibile calcolarne una trasmissibilità più elevata del 58% (95% IC: 56-60%) rispetto alla variante Alpha, compatibile con le stime di una trasmissibilità più elevata del 56% (95% IC: 34%-81%) provenienti dall’Inghilterra[10]. Per via di questa maggior trasmissibilità, attualmente in molte parti del mondo la pandemia è dominata dalla variante Delta.
Il 20 ottobre 2021, Public Health England ha dichiarato la sottovariante di Delta AY.4.2 una «variant under investigation» (VUI-21OCT-01)[11]. In Inghilterra il vantaggio di crescita della sottovariante AY.4.2 è stato stimato al 17% rispetto alle altre sottovarianti Delta e nella settimana 40 tale sottovariante ha avuto un’incidenza del 5,9%[12]. Negli ultimi due mesi, questa variante è stata rilevata in circa 60 casi in Svizzera e l’incidenza nella settimana 43 è stata dello 0,6%[13].
La variante Delta causa decorsi più gravi rispetto ai ceppi che hanno prevalso precedentemente in Svizzera. Da un ampio studio in Inghilterra è emerso come il rischio di ospedalizzazione nei pazienti e nelle pazienti con variante Delta sia due volte superiore rispetto ai pazienti e alle pazienti con variante Alpha[14]. In Scozia[15] e in Canada[16] è stato riscontrato un aumento simile.
Protezione vaccinale nel tempo con due dosi di vaccino
La vaccinazione ha molteplici effetti: protegge dal contagio, dalla trasmissione dell’infezione, da decorsi gravi e dal decesso. È importante mantenere separati questi vari effetti in quanto scemano con velocità diverse nel tempo e nelle fasce d’età. Tramite i vaccini è quindi possibile ridurre sia la diffusione che il carico della malattia. L’obiettivo su cui ci si concentra tra i due determina la strategia vaccinale, ossia quali fasce d’età vengono vaccinate con quali tempistiche nonché se e quando ricorrere a una terza dose.
Di seguito presentiamo brevemente lo stato delle conoscenze su questi effetti vaccinali e sul loro declino nel tempo:
Protezione dall’infezione (sintomatica e asintomatica) con due dosi di vaccino
Protezione dall’infezione sintomatica con due dosi di vaccino
Rispetto alle varianti del virus che avevano prevalso nel 2020 e alla variante Alpha, la protezione vaccinale contro le infezioni sintomatiche da variante Delta risulta ridotta. Negli studi precedenti l’approvazione, l’efficacia contro le varianti del virus prevalenti nel 2020 era stata stimata al 95% per Pfizer/BioNtech (95% IC: 90-98%)[20] e al 94% per Moderna (95% IC, 89-97%)[21]. Secondo un rapporto di Public Health England,[22] l’efficacia dell’89% (95% IC: 87-90%) contro la variante Alpha è scesa al 79% (95% IC: 78-80%) contro la variante Delta (vedere anche[23],[24]; Pfizer/BioNtech). Da dati canadesi emerge un’efficacia contro le infezioni sintomatiche da variante Delta dell’85% (95% IC: 78-89%)[25] (Pfizer/BioNtech e Moderna). Secondo uno studio condotto in California[26], l’efficacia del vaccino Moderna contro le infezioni da variante Delta è pari all’87% (95% IC: 84-89%), mentre contro le infezioni da variante Alpha è pari al 98% (95% IC: 97-99%). Secondo questo studio, dopo cinque mesi l’efficacia contro la variante Delta scende all’80% (95% IC: 70-87%). A 6 mesi dalla seconda dose di vaccino, studi israeliani[27] stimano un’efficacia di BioNtech/Pfizer di appena il 40% (95% IC: 9-61%). Per il vaccino di BioNTech/Pfizer, un nuovo studio condotto in Svezia[28] stima che la protezione contro l’infezione sintomatica, del 92% (95% IC: 92-93%) tra due e quattro settimane dopo la vaccinazione, cala fino allo 0% dopo 210 giorni. Per il vaccino di Moderna la protezione del 96% (95% IC: 94-97%) tra due e quattro settimane dopo l’infezione si è ridotta al 59% (95% IC: 18-79%) dopo 180 giorni. Le stime di questo studio si riferiscono soprattutto alla variante Delta. Riepilogando, significa che secondo le stime 6 mesi dopo la vaccinazione doppia con un vaccino a mRNA il rischio di contrarre la variante Delta è dimezzato rispetto a quello delle persone non vaccinate.
Protezione dal decorso grave / dall’ospedalizzazione con due dosi di vaccino
La protezione vaccinale contro un decorso grave è inizialmente elevata anche per la variante Delta. L’efficacia si attesta attorno al 96% (95% IC: 91-98%) sulla base di dati provenienti dalla Gran Bretagna[29],[30] e all’88% (95% IC: 78,9-93,2%) sulla base di dati provenienti da Israele[31]. Tali stime fanno riferimento alla protezione di cui sono dotate le persone vaccinate rispetto a quelle non vaccinate, e non sono suddivise in base ai diversi vaccini impiegati nei Paesi menzionati. Secondo un preprint[32] basato su dati provenienti dalla California, il vaccino di Moderna protegge al 98% (95% IC: 93-99%) dall’ospedalizzazione in seguito a un’infezione da variante Delta. Secondo uno studio israeliano[33], corroborato dalle analisi di Public Health England[34] e da uno studio svedese[35], la protezione contro decorsi gravi sembra ridursi nel tempo.
Nei dati svizzeri abbiamo rilevato una protezione vaccinale contro l’ospedalizzazione di circa il 90% o più in tutte le fasce d’età nei mesi di luglio, agosto e settembre 2021[36]. Da ottobre, in Svizzera stiamo tuttavia assistendo a una diminuzione dell’efficacia tra gli ultraottantenni, passata dall’89-94% di settembre al 73-87%[37]. Questa diminuzione dell’efficacia è in linea con i dati provenienti da altri Paesi.
Ciò significa che le persone giovani vaccinate due volte continuano a essere protette da un’ospedalizzazione circa 20 volte meglio rispetto alle persone non vaccinate (corrispondente a una protezione del 95%). Nelle persone più anziane vaccinate due volte la protezione è diminuita, ma rimane ancora circa 5 volte migliore (corrispondente a una protezione dell’80%).
Protezione dalla trasmissione con due dosi di vaccino
La vaccinazione impedisce la diffusione del virus attraverso almeno due meccanismi: in primo luogo, riducendo le infezioni sintomatiche e asintomatiche e quindi il numero di persone contagiate (vedere quanto riportato sopra) e, in secondo luogo, riducendo la diffusione del virus da parte di coloro che si contagiano nonostante la vaccinazione. Anche in caso di contagio, infatti, una persona vaccinata trasmette più raramente il virus rispetto a una persona non vaccinata. Un preprint[38] descrive uno studio in cui è stato stimato che il rischio di trasmissione in caso di infezione postvaccinale da variante Delta dopo due iniezioni di vaccino a mRNA di Pfizer/BioNtech sia inferiore di circa il 66% rispetto alle persone non vaccinate (ciò significa che le persone infette non vaccinate trasmettono il virus 3 volte di più rispetto alle persone infette vaccinate). I motivi esatti di questa protezione non sono noti; una possibile spiegazione potrebbe essere ad esempio la minor durata della fase contagiosa[39] oppure una minor quantità di particelle infettive del virus nelle persone vaccinate che lo trasmettono[40]. Nei primi 3,5 mesi dopo due dosi di vaccino, la protezione scende fino a circa il 20%.
Effetto della terza dose di vaccino
Protezione dal contagio con la terza dose di vaccino
Due preprint[41], [42] descrivono come la terza dose di vaccino aumenti di 10 volte il livello di anticorpi neutralizzanti (rispetto al livello rilevato subito prima della terza dose di vaccino). Con la terza dose di vaccino, la protezione dal contagio aumenta del 50% circa, arrivando almeno al 95% in tutte le fasce d’età [43] e anche negli ultrasessantenni [44]. Contemporaneamente, in caso di contagio la carica virale risulta ridotta[45] così come, probabilmente, anche la trasmissione dell’infezione dopo la terza dose di vaccino.
Riepilogando, con la terza vaccinazione la protezione dal contagio aumenta da circa 2 volte a oltre 20 volte in tutte le fasce d’età rispetto alle persone non vaccinate.
Protezione dall’ospedalizzazione
La protezione dall’ospedalizzazione con la terza dose di vaccino è stata stimata al 93% per le persone con più di 40 anni in confronto a un gruppo di controllo che aveva ricevuto la seconda dose di vaccino più di 5 mesi prima [46] e al 95% negli ultrasessantenni [47]. In particolare, negli ultraottantenni la protezione aumenta dall’80% al 95%[48]. Per la Svizzera ciò significa che, a grandi linee, in questa fascia d’età la terza dose di vaccino può evitare fino a 10 000 ospedalizzazioni (calcolo della Task Force del 21.9.2021: allegato A in [49]).
Obiettivi della campagna vaccinale
L’obiettivo primario della campagna vaccinale svizzera è stato offrire rapidamente alle persone una protezione dai decorsi gravi. Pertanto, sono state somministrate due dosi di vaccino a distanza molto ravvicinata (solitamente 3-4 settimane). Per altri vaccini non replicanti l’immunizzazione di base viene considerata conclusa solo dopo una terza dose a distanza di 6-12 mesi (ad es. epatite A e B, TBE, Haemophilus influenzae di tipo B, poliovirus, difterite, tetano o pertosse). La terza dose di vaccino non ha quindi carattere di straordinarietà e potrebbe portare a una protezione più duratura in tutte le fasce d’età, cosicché per la popolazione generale non sarebbero probabilmente necessarie vaccinazioni di richiamo annuali. A lungo termine, dopo un percorso vaccinale a tre dosi, leggere infezioni naturali potrebbero probabilmente generare una protezione ampia anche contro nuove varianti e facilitare il passaggio del SARS-CoV-2 alla fase di endemicità.
Se l’obiettivo principale della campagna vaccinale è quello di ridurre il rischio individuale di ospedalizzazione, al momento, sulla base dei dati internazionali nonché di quelli svizzeri, le terze dosi di vaccino sono indicate per la popolazione più anziana (rimandiamo anche ai calcoli della Task Force del 21.9.2021: allegato A in [50]).
Se si mira alla riduzione delle infezioni, sulla base dei dati, la terza vaccinazione (6 mesi dopo la seconda dose di vaccino) è indicata per tutte le fasce d’età (vedere anche le Conclusions del Policy Brief del 25.6.2021 [51]). Tali terze dosi di vaccino sarebbero uno strumento efficace per ridurre il numero di infezioni quest’inverno. (Dopo la terza dose la protezione dall’infezione aumenta da 2 volte a 20 volte rispetto alle persone non vaccinate, vedere quanto riportato sopra). In un position paper[52] pubblicato la scorsa settimana alcuni scienziati tedeschi sostengono, basandosi su simulazioni, che una campagna di richiamo con una velocità di vaccinazione del 7% alla settimana potrebbe mostrare i primi effetti sulla diffusione delle infezioni già dopo un mese. Questa riduzione delle infezioni permette di ridurre la circolazione del virus e quindi la pressione sul sistema sanitario. Al contempo, le persone che non possono proteggersi direttamente con la vaccinazione (ad esempio i minori di 12 anni) possono essere protette dalla terza vaccinazione dei genitori o di altre persone di riferimento: dopo la terza dose di vaccino tali persone di riferimento hanno una protezione contro l’infezione 20 volte superiore e riducono quindi il rischio di essere portatori. Evitando le infezioni è possibile ridurre ulteriormente la prevalenza di conseguenze tardive o a lungo termine da COVID-19 (long COVID).
Link:
[1] https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/covid-19-rapid-risk-assessment-16th-update-september-2021.pdf , Seite 17, Figur 9
[2] https://sciencetaskforce.ch/reproduktionszahl/ und https://ibz-shiny.ethz.ch/covid-19-re-international/: Die Schätzungen von Re über die letzten Tage können leichten Schwankungen unterliegen. Diese Schwankungen treten insbesondere in kleinen Regionen, bei sich ändernder Dynamik und bei niederen Fallzahlen auf.
[3] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/trends: Aufgrund von Melderverzögerungen werden die letzten 3 respektive 5 Tage für bestätigte Fälle und Hospitalisationen/Todesfälle nicht berücksichtigt.
[4] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/, Dashboard Time Series
[5] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-26-october-2021/
[6] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-26-october-2021/
[8] https://www.covid19.admin.ch
[9] https://cov-spectrum.ethz.ch/
[10] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/993358/s1288_Warwick_RoadMap_Step_4.pdf
[11] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1028113/Technical_Briefing_26.pdf
[12] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1028113/Technical_Briefing_26.pdf
[13] https://cov-spectrum.ethz.ch/
[14] https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(21)00475-8/fulltext
[15] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)01358-1/fulltext
[16] https://doi.org/10.1101/2021.07.05.21260050
[17] https://www.gov.il/BlobFolder/reports/vaccine-efficacy-safety-follow-up-committee/he/files_publications_corona_two-dose-vaccination-data.pdf
[18] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)01358-1/fulltext
[19] https://spiral.imperial.ac.uk/bitstream/10044/1/90800/2/react1_r13_final_preprint_final.pdf
[20] https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa2034577
[21] https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa2035389
[22] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1010472/Vaccine_surveillance_report_-_week_32.pdf
[23] https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2108891
[24] https://doi.org/10.1101/2021.07.05.21260050
[25] https://www.alberta.ca/stats/covid-19-alberta-statistics.htm#vaccine-outcomes
[26] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.29.21264199v1.full.pdf
[27] https://www.gov.il/BlobFolder/reports/vaccine-efficacy-safety-follow-up-committee/he/files_publications_corona_two-dose-vaccination-data.pdf
[28] https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3949410
[29] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1010472/Vaccine_surveillance_report_-_week_32.pdf
[30] https://khub.net/web/phe-national/public-library/-/document_library/v2WsRK3ZlEig/view_file/479607329?_com_liferay_document_library_web_portlet_DLPortlet_INSTANCE_v2WsRK3ZlEig_redirect=https%3A%2F%2Fkhub.net%3A443%2Fweb%2Fphe-national%2Fpublic-library%2F-%2Fdocument_library%2Fv2WsRK3ZlEig%2Fview%2F479607266
[31] https://www.gov.il/BlobFolder/reports/vaccine-efficacy-safety-follow-up-committee/he/files_publications_corona_two-dose-vaccination-data.pdf
[32] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.29.21264199v1.full.pdf
[33] https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2114228
[34] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1017309/S1362_PHE_duration_of_protection_of_COVID-19_vaccines_against_clinical_disease.pdf
[35] https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3949410
[36] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-26-october-2021/
[37] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-26-october-2021/
[38] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.28.21264260v1.full.pdf
[39] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.07.28.21261295v1.full.pdf
[40] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.08.20.21262158v1
[41] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.29.21264089v1.full
[42] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.10.10.21264827v2.full.pdf
[43] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)02249-2/fulltext
[44] https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2114255
[45] https://www.nature.com/articles/s41591-021-01575-4
[46] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)02249-2/fulltext
[47] https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2114255
[48] https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2114255
[49] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-26-october-2021/
[50] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-26-october-2021/
[51] https://sciencetaskforce.ch/wp-content/uploads/2021/06/Protection_Duration16Jun2021_EN.pdf