Testo tradotto dal testo originale tedesco
Sintesi
L’epidemia di SARS-CoV-2 in Svizzera è attualmente in fase di regresso. Si osserva una diminuzione del numero di casi registrati, di ospedalizzazioni e di decessi. La situazione è migliore rispetto alle aspettative da noi formulate nel rapporto del 20 aprile[1].
Di seguito esaminiamo i possibili motivi alla base del rallentamento dell’epidemia attualmente osservato e dello scostamento dalle aspettative. Escludiamo che il rallentamento osservato sia una finzione causata da un cambiamento nel comportamento rispetto ai test: tutti i parametri di misurazione rilevanti indicano un regresso dell’epidemia. Secondo lo stato attuale delle conoscenze, un effetto stagionale più intenso del previsto, una leggera sovrastima del tasso di contagio della variante B.1.1.7 e una sovrastima dell’aumento di contatti potenzialmente contagiosi a seguito dell’allentamento delle misure di contenimento potrebbero aver dato un notevole contributo a tale regresso e allo scostamento dalle aspettative. I fattori sopra menzionati sono oggetto di ulteriori studi.
L’attuale sviluppo epidemiologico corrobora la prospettiva di un cauto allentamento delle misure di contenimento, tutelando al contempo la salute della popolazione svizzera. Grazie alla maggiore copertura vaccinale e all’imminente transizione verso l’estate diventerà sempre più semplice proteggere i cittadini dal contagio prima che abbiano la possibilità di essere vaccinati. Quando aumenta il numero di vaccinati, il rischio di contagio si riduce anche per coloro che ancora non hanno ricevuto il vaccino. Inoltre, anche la variazione della temperatura e dell’umidità dell’aria con l’avvicinarsi dell’estate e il relativo cambiamento dei comportamenti contribuiscono a ridurre i contagi. Questi fattori consentono dunque di allentare ulteriormente le misure, con cautela e tenendo sotto stretta osservazione gli indicatori e gli sviluppi epidemiologici, senza che ciò comporti un aumento del rischio di contagio per chi ancora non ha avuto accesso al vaccino.
In questo contesto, un criterio semplice per valutare il rischio di contagio dei non ancora vaccinati è rappresentato dall’indicazione dell’incidenza in rapporto alla parte di popolazione non ancora vaccinata. A fronte di un tasso di vaccinazione in aumento, la maggior parte dei contagi interessa il segmento di popolazione che attende di essere vaccinato oppure che non ha (o non ha ancora) accesso al vaccino. Il rischio di contagio per questa categoria di persone può essere stimato approssimativamente mettendo in relazione l’incidenza dei contagi da SARS-CoV-2 con la percentuale di popolazione svizzera non ancora vaccinata. Secondo tali stime, al momento in Svizzera il rischio di contagiarsi prima del vaccino diminuisce lievemente con il trascorrere del tempo. Se il rischio di contagio per chi non è ancora vaccinato non aumenta, nel corso del tempo si riduce anche l’incidenza generale dei contagi da SARS-CoV-2, perché il numero di persone non ancora vaccinate diminuisce.
Una tale riduzione dell’incidenza nel prossimo futuro comporta una serie di vantaggi considerevoli. Un’incidenza minore riduce il carico di malattia e la frequenza di una convalescenza prolungata, alleggerisce l’onere che grava sul sistema sanitario e porta a un aumento delle riserve di sicurezza. Riduce inoltre la comparsa di nuove varianti e ne semplifica l’identificazione e il controllo precoci. Rende anche più facile e più economico monitorare l’epidemia, perché i focolai possono essere individuati più rapidamente e contenuti con maggiore efficacia. Oltre a ciò, un’incidenza minore rende più semplice organizzare eventi e riaprire determinate località in piena sicurezza.
Infine, grazie a un’incidenza minore è possibile proteggere al meglio giovani e bambini dal contagio, in attesa del momento in cui avranno la possibilità di accedere al vaccino. Molto spesso, le infezioni nei bambini e nei giovani hanno un decorso lieve. Qualora tuttavia l’infezione si diffonda in misura tale da contagiare la maggior parte dei bambini e dei giovani, circa 40 ogni 100 000 giovani contagiati soffrirebbero di un’infiammazione sistemica grave, e circa 20 su 100 000 richiederebbero di conseguenza un trattamento medico intensivo. Un’incidenza ridotta permette di mantenere a un livello minimo la circolazione del SARS-CoV-2 tra i bambini e i giovani fino al loro accesso al vaccino, senza per questo dover continuare ad applicare drastiche misure di contenimento.
[1] https://sciencetaskforce.ch/it/aggiornamento-scientifico-20-aprile-2021/