Testo in attesa di traduzione - Testo originale in tedesco
Gentili signore, egregi signori,
dalla fine della scorsa settimana è stata identificata una nuova variante: B.1.1.529 o, come denominata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) venerdì scorso, Omicron. Oggi vorrei illustrarvi ciò che si conosce di questa variante, ciò che ancora non sappiamo e che cosa tutto questo significhi da un punto di vista scientifico per la Svizzera.
Il SARS-CoV-2 muta sin dall’inizio della pandemia. Circa ogni due settimane, il genoma del SARS-CoV-2 subisce un’alterazione. La scienza monitora tutte queste mutazioni per essere in grado di riconoscere prontamente le cosiddette «varianti preoccupanti». L’OMS classifica come preoccupanti quelle varianti che presentano almeno una delle tre proprietà seguenti. Primo, la variante mostra un’elevata trasmissibilità. Secondo, la variante provoca decorsi gravi. O terzo, la variante elude la risposta immunitaria che si sviluppa in seguito a una vaccinazione o nei soggetti che hanno già contratto l’infezione. Finora sono due le varianti preoccupanti che si sono diffuse in Svizzera: Alpha e Delta.
Venerdì 26 novembre, l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato la variante B.1.1.529 come variante preoccupante. Questo perché, secondo alcune indicazioni, la variante Omicron potrebbe corrispondere al primo e al terzo criterio, ovvero l’elevata trasmissibilità e l’elusione della risposta immunitaria. Per quanto riguarda il secondo criterio, ossia il livello di gravità dei decorsi della malattia, non disponiamo ancora di dati che ci permettano di rilasciare dichiarazioni a proposito.
Come si è giunti a queste convinzioni? Uno sguardo all’ultima settimana può aiutarci a capirlo.
Dall’inizio dell’estate 2021 la pandemia in Sudafrica, così come in Svizzera e nella maggior parte delle regioni del mondo, è stata dominata dalla variante Delta. Dopo aver superato i 20 000 casi in Sudafrica nel mese di luglio, il numero dei contagi è sceso, raggiungendo le poche centinaia all’inizio di novembre. L’ondata di variante Delta sembrava rallentare. Eppure, dalla seconda settimana di novembre i numeri hanno iniziato improvvisamente a risalire, raddoppiando in meno di una settimana. Questa diffusione è riscontrabile anche nei dati relativi alle acque reflue e non è dunque riconducibile a un aumento dei test.
Le scienziate e gli scienziati sudafricani si sono dedicati con impegno al sequenziamento del genoma virale e il 24 novembre hanno riscontrato in alcuni di questi nuovi contagi la variante Omicron.
Analisi più approfondite mostrano come la variante Omicron sia indipendente dalle varianti Alpha e Delta. Omicron è imparentata con virus in circolazione già nella primavera del 2020. Tuttavia, presenta alcune mutazioni identificate in altre varianti preoccupanti.
Omicron presenta complessivamente circa 30 mutazioni nella proteina Spike. Test di laboratorio e calcoli computazionali fanno presupporre che alcune di queste mutazioni potrebbero provocare un’alterazione della proteina Spike tale da ridurre la risposta degli anticorpi. Ciò significherebbe una minore protezione contro l’infezione causata da questa variante per i soggetti vaccinati o guariti. Anche le terapie con gli anticorpi potrebbero risultare meno efficaci, confermando che Omicron possiede la terza proprietà associata alle varianti preoccupanti.
Queste mutazioni suggeriscono inoltre la possibilità di una maggiore capacità di legarsi alle cellule umane e, di conseguenza, di essere maggiormente contagiosa, soddisfacendo così la prima proprietà.
Il 25 novembre, in occasione di un briefing del Ministero della Salute, i ricercatori sudafricani hanno presentato i dati epidemiologici aggiornati. Tali dati mostrano come la nuova variante si stia rapidamente diffondendo in diverse regioni del Sudafrica. Stupisce l’aumento del numero di casi Omicron identificati in queste regioni, a differenza dei casi Delta, la cui crescita nelle stesse regioni e durante lo stesso lasso di tempo non è stata così marcata.
Che cosa significa?
Omicron sembra avere le potenzialità per diffondersi rapidamente anche in quelle zone in cui una percentuale elevata della popolazione è guarita dall’infezione o si è sottoposta a vaccinazione e in cui non si assiste a un’ulteriore diffusione della variante Delta. In altre parole: Omicron sembra avere un vantaggio rispetto a Delta.
Occorre esaminare alcune questioni fondamentali legate a Omicron.
1) Qual è il livello di protezione garantito dalla vaccinazione o dalla guarigione dal virus per i decorsi gravi di Covid-19 in caso di contagio da variante Omicron?
2) Qual è il livello di gravità delle infezioni da variante Omicron nei soggetti non vaccinati o guariti dal virus?
3) In che misura la vaccinazione e la guarigione dal virus proteggono dal rischio di infezione e Covid lungo provocati dalla variante Omicron?
Per rispondere a queste domande, si sta osservando con attenzione la gravità dei decorsi nei soggetti contagiati dalla variante Omicron in Sudafrica. Anche se la risposta degli anticorpi nei confronti di questa variante fosse meno efficace, altre risposte immunitarie, le cosiddette risposte cellulari, potrebbero offrire una protezione contro i decorsi gravi. I primi risultati significativi saranno però disponibili solo tra qualche settimana.
Inoltre, diversi laboratori in tutto il mondo stanno analizzando quale sia esattamente la risposta degli anticorpi a Omicron e quanto questa sia efficace. Ciò consentirà di valutare il livello di protezione dei vaccini a disposizione contro l’infezione e l’incisività delle terapie con gli anticorpi. Attendiamo i risultati entro pochi giorni.
Che cosa implica questo nuovo sviluppo per la Svizzera?
Poiché Omicron si diffonde rapidamente in quelle aree in cui, in precedenza, la variante dominante era la Delta, dobbiamo presumere la possibilità che Omicron si diffonda più rapidamente rispetto a Delta anche in Svizzera.
La diffusione iniziale di Omicron in Svizzera può essere frenata regolamentando gli spostamenti e sottoponendo a quarantena e test i viaggiatori in arrivo da determinate zone.
Le prime catene di trasmissione possono essere interrotte con speciali test PCR e uno scrupoloso tracciamento dei contatti. Questi approcci ci consentirebbero di guadagnare tempo.
Un tempo che dobbiamo sfruttare. Riducendo i contatti, evitiamo sostanzialmente che il virus si diffonda. Inoltre, le terze vaccinazioni sono fondamentali. Sebbene le mutazioni facciano presagire che Omicron indebolisca in parte la risposta immunitaria, un maggiore livello di anticorpi dopo la terza dose accrescerà anche le difese contro Omicron.
Signore e signori, oggi mi sono concentrata in modo specifico sugli sviluppi legati a Omicron. Questa nuova variante non deve però in alcun caso distogliere la nostra attenzione dal problema attuale: Delta. Sarà la variante Delta a influenzare il numero di casi, il carico sugli ospedali e i contagi nelle scuole da qui a Natale.
Ora più che mai facciamo appello all’adozione delle vecchie misure: ridurre i contatti, rispettare rigorosamente le misure di igiene, sottoporsi a vaccinazione. In questo modo proteggeremo non solo noi stessi, ma anche quei soggetti che non possono tutelarsi con il vaccino. Inoltre, è probabile che un tasso elevato di immunizzazione della popolazione attraverso prima, seconda e terza dose aiuterà anche a fronteggiare la variante Omicron.