Testo originale in tedesco
Testo principale
Al momento in Svizzera l’incidenza di SARS-CoV-2 è superiore a quella totale rilevata nelle fasi precedenti della pandemia. Negli ultimi sette giorni in Svizzera sono risultate positive a SARS-CoV-2 circa 230 000 persone[1]. Sono stati eseguiti circa 720 000 test individuali. Nell’autunno e inverno 2020/21 il numero di casi non rilevati era stato stimato in 2,7 volte (95% IC: da 2,3 a 3,1) in base a studi sulla sieroprevalenza[2], con una positività dei test del 25% circa [3]. Attualmente il tasso di positività dei test è pari al 38% circa. È quindi probabile che attualmente, rispetto all’autunno e inverno 2021/22, sia più alto anche il numero di casi non confermati. Considerato l’elevato numero di casi non rilevati e il fatto che le persone contagiate si devono isolare solo per 5 giorni, acquistano grande importanza la responsabilità personale per la prevenzione dei contagi e l’autoisolamento.
Nel corso delle ultime tre settimane l’aumento dei casi confermati ha subito un notevole rallentamento. Dall’1,6 circa della fine del 2021[4], il valore R stimato è sceso all’1,19 (95% IC: 0,98-1,40). Il rallentamento dell’aumento dei casi confermati potrebbe suggerire che il picco dell’ondata da variante Omicron sarà raggiunto presto. Tuttavia potrebbe anche essere dovuto ai limiti del rilevamento tramite test. Un confronto dei valori R stimati mostra differenze tra le grandi regioni: in Ticino, un valore R stimato inferiore a 1 indica un possibile calo dei contagi, mentre i valori R delle altre regioni sono talvolta significativamente superiori a 14. Inoltre, ci sono notevoli differenze tra le varie fasce d’età: in quella che va dai 20 ai 29 anni il numero di casi confermati dalla fine della settimana 1 del 2022 è in calo, mentre quella fino a 10 anni sta facendo registrare l’aumento più rapido[5]. Finora, durante l’ondata da variante Omicron, tra gli ultrasessantenni non c’era stato un aumento marcato dei casi confermati5 e la percentuale di persone con più di 60 anni contagiate è scesa continuamente dall’inizio dell’anno[5].
Attualmente in Svizzera domina la variante Omicron di SARS-CoV-2. Nella settimana 2 del 2022 la frequenza della variante Delta è scesa al di sotto del 10%. Un sottotipo della variante Omicron, BA.2 [6],[7], è stato riscontrato anche in Svizzera e mostra una tendenziale crescita. Tuttavia, al momento in Svizzera BA.2 è ancora così raro che regna grande incertezza circa l’attuale sviluppo della sua frequenza in Svizzera. In Danimarca, in India e nelle Filippine BA.2 ha una frequenza di oltre il 50% tra i casi sequenziati. BA.2 è più difficile da distinguere dalla variante Delta rispetto alla variante Omicron dominante in Svizzera, denominata BA.1 nella nomenclatura Pango [8],[9]. BA.1 presenta una cosiddetta «S-Gene Target Failure» (SGTF) e può quindi essere distinta con relativa facilità e rapidità dalle altre varianti (ad es. Delta) senza sequenziamento del genoma. BA.2 non presenta SGTF e non può quindi essere distinto dalla variante Delta con i normali test PCR. Le informazioni sulle caratteristiche rilevanti di BA.2 (trasmissibilità, eventuale evasione immunitaria, virulenza) sono ancora scarse.
Al momento non è facile stimare il numero giornaliero di nuove ospedalizzazioni per COVID-19, in quanto le segnalazioni giungono con ritardo. Momentaneamente non è quindi possibile stabilire se il numero giornaliero di nuove ospedalizzazioni stia aumentando o diminuendo. Un’analisi dei dati svizzeri sulle ospedalizzazioni3 mostra che, al momento della pubblicazione ufficiale il giorno successivo, il numero di ricoveri ospedalieri per COVID-19 segnalati è pari al 65% circa dei ricoveri ospedalieri effettivi. Nel giro di due settimane, con le segnalazioni tardive questa percentuale sale al 90% circa. I numeri relativi ai ricoveri ospedalieri per COVID vengono quindi sistematicamente sottostimati per circa due settimane e devono essere successivamente corretti. Considerati questi ritardi nella segnalazione, in questo contesto il grado di occupazione degli ospedali con pazienti COVID-19 rappresenta un parametro più solido per analizzare la situazione ospedaliera.
Dall’inizio dell’anno il grado di occupazione dei normali reparti con pazienti COVID-19 ha inizialmente subito un aumento e ora sta cambiando lentamente; l’occupazione delle unità di terapia intensiva è in calo[10]. Dati provenienti da Ginevra che è stato possibile consolidare nelle due settimane scorse permettono di valutare direttamente il tasso di ospedalizzazione attuale: sulla base dei dati, nel caso dei contagi da variante Omicron al momento vengono ospedalizzati/e circa 20-40 pazienti ogni 10 000 casi confermati[11]. Il tasso di ospedalizzazione attuale è basso rispetto a fasi precedenti della pandemia in Svizzera5, anche perché finora si sono registrati relativamente pochi contagi da variante Omicron tra gli ultrasessantenni, che presentano un rischio di ospedalizzazione molto maggiore5. Nelle fasce di età più alte il rischio di ospedalizzazione in seguito a contagio rimane elevato: su 10 000 casi confermati tra ultraottantenni si verificano circa 1300 ospedalizzazioni; tra i 70 e gli 80 anni d’età circa 400 ospedalizzazioni; e tra i 60 e i 70 anni di età circa 80 ospedalizzazioni.
Due settimane fa, tramite modellazione, avevamo stimato tra il 10 e il 30% la percentuale di popolazione che sarebbe stata contagiata nell’arco di una settimana all’apice dell’ondata da variante Omicron[12]. La somma dei casi segnalati negli ultimi sette giorni e di un numero presunto di casi non rilevati pari a 3-4 volte significa che, nell’arco degli ultimi sette giorni, è stato contagiato l’8-11% circa della popolazione. Pertanto è già stato raggiunto il range inferiore delle nostre stime riguardo al picco di contagi.
È possibile che la modifica individuale e volontaria dei comportamenti di fronte alla circolazione molto elevata del virus riduca i contatti contagiosi[12]. Un indizio di una possibile modifica dei comportamenti è fornita da un’analisi della mobilità complessiva della popolazione che, finora, a gennaio è stata notevolmente più contenuta rispetto a dicembre 2021[13]. Come già visto, al momento, per via dell’elevata positività ai test, regna grande incertezza riguardo al numero di casi non rilevati e quindi al numero di contagi giornalieri effettivi e all’andamento epidemiologico.
Il rallentamento dell’epidemia ha conseguenze favorevoli per quanto riguarda i picchi di carico sul sistema sanitario attesi nell’immediato. Se, all’apice dell’ondata da variante Omicron, il numero di contagi rimarrà nel range inferiore della stima a grandi linee dell’11.01.2022 12, si avranno ripercussioni anche sul numero di ospedalizzazioni previsto. Come già visto, al momento regna però ancora incertezza sull’ulteriore andamento dell’epidemia. È possibile che si protragga la lenta crescita che si sta osservando, che un aumento del numero di casi non rilevati faccia sì che i casi confermati rispecchino sempre meno la situazione effettiva dei contagi o che il picco dell’ondata da variante Omicron si appiattisca e prolunghi con la possibilità di un aumento della durata del carico elevato. Un importante fattore è rappresentato anche dalla distribuzione per età dei contagi. Se la percentuale di ultrasessantacinquenni tra le persone contagiate dalla variante Omicron resterà bassa rispetto alla situazione relativa alla variante Delta[14], ci saranno ripercussioni positive sulle ospedalizzazioni; se la percentuale dovesse aumentare, aumenteranno anche le ospedalizzazioni.
La riduzione della durata dell’isolamento e della quarantena provoca un aumento dei contagi attesi. Rispetto alla variante Delta, i contagi da variante Omicron presentano un periodo di incubazione leggermente più breve (3 giorni contro 4 giorni,[15],[16],[17]), potrebbero mostrare una quantità massima di virus più bassa nel cavo rinofaringeo (da 2 a 20 volte più bassa,[18]) e si stima che la durata della fase contagiosa delle persone contagiate sia più breve di circa un giorno (10 contro 11 giorni,[18]). Poiché la fase contagiosa dura più di 5 giorni, una riduzione a 5 giorni della quarantena e dell’isolamento provoca un aumento dei contagi. Per evitare la trasmissione del virus al termine dell’isolamento o della quarantena di 5 giorni, per motivi di salute pubblica è opportuno comunicare regole comportamentali di facile comprensione per i 5 giorni successivi. All’aumentare del numero di contagi non diagnosticati aumenta anche l’importanza delle istruzioni per l’autoisolamento immediato, anche in caso di sintomi lievi compatibili con COVID-19. Infatti attualmente, nella settimana 4 del 2022, ogni persona che decide di sottoporsi a un test perché ha sintomi o ha avuto un contatto, ha una probabilità del 35% circa di essere già contagiata.
Link:
[1] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/?_inputs_&tab=%22timeseries%22
[2] https://europepmc.org/article/pmc/pmc8063076
[3] https://www.covid19.admin.ch
[4] https://ibz-shiny.ethz.ch/covid-19-re-international/
[5] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/
[6] https://cov-lineages.org/lineage.html?lineage=BA.2
[7] https://cov-spectrum.org/explore/Switzerland/AllSamples/Past6M/variants?pangoLineage=BA.2*
[8] https://cov-lineages.org/lineage.html?lineage=BA.1
[9] https://cov-spectrum.org/explore/Switzerland/AllSamples/Past6M/variants?pangoLineage=BA.1*
[10] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/?_inputs_&tab=%22trends%22
[11] La stima è tuttavia resa difficoltosa dal fatto che, in questi dati, il 40% circa dei campioni di persone ospedalizzate per COVID-19 non presenta «S-Gene Target Failure» caratteristiche del tipo dominante Omicron; gran parte di questo 40% va probabilmente attribuita a contagi da variante Delta e, in parte, anche a contagi da sottovariante BA.2 di Omicron.
[12] https://sciencetaskforce.ch/en/scientific-update-of-11-january-2022/
[13] https://www.gstatic.com/covid19/mobility/2022-01-20_CH_Mobility_Report_en.pdf
[14] https://ibz-shiny.ethz.ch/covidDashboard/
[15] Centers for Disease Control and Prevention. Investigation of a SARS-CoV-2-B.1.1.1.529 (Omicron) Variant Cluster—Nebraska- November-December 2021. MMWR Early Release. Vol. 70. December 28, 2021.
[16] Brandel LT, MacDonald E, Veneti L, Ravio T, Lange H, Naseer U, et al. Outbreak caused by SARS-CoV-2 Omicron variant in Norway, November to December 2021.Euro Surveill.2021;26(50):pii=2101147 https://doi.org/10.2807/1560-7917.ES.2021.26.50.2101147external icon
[17] Lee JJ, Choe YJ, Jeong H, Kim M, Kim S, Yoo H, et al. Importation and transmission of SARS-CoV-2 B1.1.529 (Omicron) variant of concern in Korea, November 2021. J Korean Med Sci. 2021 Dec 27;36(50):e346 https://doi.org/10.3346/jkms.2021.36.e346 eISSN 1598-6357·pISSN 1011-8934
[18] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.01.13.22269257v1